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La mattinata di sabato 19 era iniziata con un sms a Lara Lucaccioni, non ricordavo a che ora dovessimo incontrarci al casello di Loreto. Insieme avremmo dovuto raggiungere Rimini nel pomeriggio, ci aspettava la kermesse poetica organizzata da Alessando Ramberti. Alle 15 ci siamo messi in marcia, sotto un sole cocente – pessima scelta comprare un’auto nera – ed un’autostrada semisgombra.

Ci aspettava Rimini, o meglio il Castel Sismondo. Avremmo avuto la possibilità di leggere nostre poesie, un breve ma significativo spazio, cinque minuti, ma sufficienti per emozionarci ed emozionare.

L’emozione, appunto, il tema della giornata. Rimini la conosco poco, abbiamo imboccato vicoletti, chiesto a passanti riminesi ma più imbranati di noi, e alla fine siamo giunti a destinazione.

Di poeti ne eravamo tanti, tantissimi. La lettura era già iniziata, la saletta del Castel Sismondo dove eravamo sistemati odorava di fresco, un fresco medievale, senza stramaledetti condizionatori. Lara aveva con sè l’elenco dei poeti invitati per l’occasione, lo spuntavamo un po’ come si faceva all’università quando s’andava a dare gli esami e si stava lì, fuori dalla porta, con l’elenco degli iscritti e si barrava con la crocetta il nome dello studente che entrava o usciva dall’ufficio del professore. Abbiamo atteso un’oretta prima di leggere. Ci siamo così gustati le poesie degli altri. Davvero un privilegio. Seduto davanti a noi stava Alessandro Seri, ci ha commosso la sua lettura, le sue poesie mi sono piaciute moltissimo, così come quelle di Lara, che avevo avuto già la fortuna di ascoltare qualche giorno prima a Marcerata, la sera di “Poetesse nel Parco”.

A qualche poeta di distanza da Alessandro sono salito sul palco io. Ho trattenuto l’emozione – quella mannaggia c’è sempre – m’hanno detto che ho letto bene, chiaro, scandendo bene le parole: insomma dai, il solito professorino!

Per l’occasione ho deciso di leggere “Passeggiando per il barrio viejo”, “Il silenzio della poesia” (che avrei dovuto leggere a Francavilla ma purtroppo non sono riuscito ad andare), e tre inediti, già apparsi in questo blog. Per ultima mi ero lasciato “Filastrocca comunista e postelettorale”, a cui ho fatto precedere le mie scuse per la tematica, qualora in sala ci fosse stato qualche simpatizzante del centrodestra. Nella poesia ad un tratto compare Berlinguer: al solo sentirne il nome, una signora in prima fila è saltata sulla sedia agitando le mani dalla gioia. Al termine della lettura, mentre ero fuori a fumare, la signora romagnola mi ha raggiunto felice come una bimba e mi ha ringraziato, le ho regalato la poesia e un largo sorriso. Dopo che tutti avevamo letto le nostre poesie, c’è stato un piccolo momento di tensione, un tale critico – di cui non cito neanche il nome – se l’è presa con chi – ma chi?!? – aveva insultato il Governo e Berlusconi, agitando la questione che i poeti non devono occuparsi di queste cose. Ma dico io: ma questo dove ha imparato a fare il critico? Ha letto mai Fortini o Pasolini? Vabbè, è stato talmente fine a se stesso che lo abbiamo ignorato un po’ tutti quanti.

E poi che bellezza: tutti a cena!!!!!!! Pizzettata di quelle super, proprio accanto al castello. E via di risate, di battute, di racconti. Quando io e Lara abbiamo lasciato la comitiva per rientrare nelle Marche, ci siamo guardati negli occhi ed entrambi, all’unisono, ci siamo detti: ma che bella giornata!

Personalmente mi sto rigenerando grazie ad eventi come questi: già lunedì scorso avevo vissuto una bellissima esperienza a Macerata, la sera di “Poetesse nel Parco”, poi questa di sabato mi ha riconciliato con il mondo della poesia.

I miei lettori si ricorderanno del post “Chi c’è e chi non c’è stato mai”. Ne era seguita una marea di polemiche e svelenate, ho dovuto potare qualche ramo secco, turarmi il naso, scegliere l’eremitismo. Ma per fortuna ci sono momenti come questi, dove nessuno ti chiede quanti premi hai vinto o quanti libri hai pubblicato o quante apparizioni su Poesia di Crocetti hai ottenuto. In due serate non c’è stato nessuno che abbia fatto finta di non conoscerti, che abbia trattato gli altri come subalterni, che si è parlato addosso facendo finta di ascoltare.

Un grazie enorme lo voglio dire ad Alessandro Ramberti, vero trascinatore, pura energia positiva, grande aggregatore di belle persone. Un saluto speciale lo mando a Luca Ariano, per la sua straordinaria simpatia e cordialità e gentilezza – ci siamo scambiati i nostri libri e non vedo l’ora di iniziare a leggere il suo! – e poi Stefano Leoni e poi tanti tanti tanti altri.

Facciamo una cosa, ve li elenco tutti quanti così non faccio torto a nessuno:

Amadei Filippo, Argnani Davide, Ariano Luca, Babbore Eziana, Barlotti Angela, Bianchi Stefano, Borghi Daniele, Brogna Gianluca, Camporesi Caterina, Casadei Franco, Cattani Stefano, Vincenzo, De Angelis Carla, De Luca Chiara, D’Intino Giulia, Di Pasquale Colomba, Failla Subhaga Gaetano, Fattori Narda, Federico Pietro, Gnerre Antonietta, Leoni Stefano, Lucaccioni Laura, Montebelli Ardea, Moscè Alessandro, Musio Enrica, Olivieri Maristella, Parato Andrea, Patuzzo Mariagloria, Ritrovato Salvatore, Sanchini Stefano, Seri Alessandro, Vacca Nicola, Variale Elena, Verzicco Nicoletta e Passini Guido.

A tutti loro un caro saluto e un sincero ringraziamento per quell’emozione che dà davvero il sollievo!